Ora che il decreto è realtà, si lavora guardando al futuro in un’ottica di tutela di un prodotto che ha fatto e farà la storia d’Italia

Il decreto è realtà, l’export fa registrare numeri buoni e il mondo della grappa è pronto per imporsi sul mercato internazionale e nazionale, magari rivolgendosi anche ad un nuovo pubblico. A parlarcene è Nuccio Caffo, Presidente del Consorzio Nazionale Grappa.
Dopo tanta attesa, il decreto che detta le regole per il riconoscimento dei Consorzi IG è finalmente realtà da fine luglio scorso. Ora che succede?
“Questo provvedimento, atteso dal settore dal 2016, rappresenta una pietra miliare nella valorizzazione dei prodotti di eccellenza e nella salvaguardia dei diritti degli operatori. Come Consorzio siamo molto soddisfatti di questo risultato. Il Ministero ha compiuto un importante passo avanti per la tutela delle IG delle bevande spiritose con l’adozione del nuovo Regolamento per la Costituzione dei Consorzi di Tutela. Il Regolamento, basato su un disciplinare specifico, definisce le modalità per la costituzione dei Consorzi di Tutela delle bevande spiritose, i quali avranno il compito di fornire assistenza tecnica e di garantire una stretta collaborazione per proteggere le indicazioni geografiche da abusi, atti di concorrenza sleale e contraffazioni.
Il Consorzio agirà nell’interesse e a vantaggio di tutti i soggetti inseriti nel sistema di controllo delle indicazioni e potrà operare in tutte le sedi giudiziarie e amministrative per preservare l’Indicazione Geografica (IG) e tutelare gli interessi e i diritti degli operatori del settore. Un provvedimento la cui importanza è fondamentale per la promozione e la tutela della grappa e delle ‘bevande spiritose’ italiane nel mondo”.
A tal proposito, quali sono le strategie che state mettendo in atto per rilanciare la grappa all’estero?
“La grappa è il distillato di bandiera, un prodotto unico. C’è la necessità di farla meglio conoscere all’estero e rilanciarla sul mercato italiano ampliando ad una fascia di consumatori più giovane. Per farlo, è necessario agire anche sul piano della comunicazione e del marketing, posizionandola come distillato premium. È importante identificare bene il pubblico di riferimento e sviluppare strategie mirate agli appassionati di distillati artigianali, agli intenditori e ai giovani, magari con degustazioni guidate, corsi e seminari per educare i consumatori, spiegando le varie tipologie, le tecniche di produzione e le opportunità di abbinamento cibo-grappa. La tradizione e la storia della grappa italiana possono contribuire a creare un’immagine autentica e affascinante. Raccontare storie sulla produzione artigianale geografica può catturare l’interesse dei consumatori. I dati positivi dell’export dell’ultimo anno ci fanno capire che ci sono già mercati internazionali promettenti sui quali sarà opportuno concentrarsi”.