Vince il premio Best Italian Gin dopo aver passato il giudizio di un panel di bartender, sommelier, degustatori professionisti e giornalisti di settore
Può un gin essere immesso sul mercato il 3 agosto, riuscire ad essere spedito ai giurati di The Gin Awards 2024 per il tasting alla cieca a fine mese, registrare subito un sold out sulle prime 100 bottiglie prodotte, e poi riuscire ad essere eletto come Best Italian Gin ai Gin Awards che si sono tenuti a Milano in occasione di The Gin Day ad inizio settembre? Assolutamente sì.
È la storia-record di Iddu Gin, che è riuscito a farsi largo tra colleghi più noti e blasonati. Una creazione di Riccardo Grandi e Sofia Neri, i ragazzi di Taz Siena dietro a questo ambizioso progetto. Taz Siena è un ristorante, cocktail bar e place per eventi che è in questo modo salito agli onori della cronaca. Un gin che è un’ode a Stromboli, vulcano e isola (il cui soprannome è proprio Iddu) dove sono riposti ricordi d’infanzia dell’ideatore, con le sue tipiche botaniche: ginepro, ginestra, finocchietto selvatico, cedro, cucunci e fico d’india.
“Abbiamo pensato a lungo alle botaniche da prediligere e alla ricetta, poi abbiamo mandato il tutto alla distilleria fiorentina con cui collaboriamo e abbiamo dato vita a questo prodotto. Siamo sorpresi per la vittoria – racconta Riccardo Grandi – ma lo consideriamo un punto di partenza”.
“Iddu è un gin fresco e beverino, morbido – continua Grandi – che definirei gourmet, perfetto per un Gin Tonic ma anche ideale per accompagnare del pesce”. Il gin si riconferma dunque come il distillato di riferimento in Italia, il più scelto ed apprezzato, ma come ogni storia, anche questa ha due volti: “il gin ha segnato evoluzione e rinascita del mondo dei distillati da miscelazione – commenta Luca Pirola, founder The Gin Day – e traina la crescita degli spirits. Ormai un gin è presente in ogni bar e in ogni ristorante, ma il consumo è in forte calo, soprattutto se guardiamo alle abitudini dei più giovani, per soddisfare i bisogni dei quali sono nati gin senza alcol. Oggi contiamo più di mille etichette di gin premium, ma dietro queste realtà poche volte ci sono aziende strutturate, e resistere al mercato è complicato. Motivo per cui penso che per proporre una somministrazione di tipo emozionale, con gin ricercati, sia necessario essere eccellenti professionisti. Altrimenti, con costi sempre più elevati, la tendenza del consumatore è quella di comprare un prodotto che conosce e che piace, per non rischiare”.
Di Alessia Manoli