Una storia bicentenaria legata al nome di una Famiglia che, attraverso secoli e generazioni, è divenuto sinonimo di un prodotto e icona di un’intera Nazione
La storia della Distilleria Nardini è una storia epocale che gira intorno ad una famiglia che oggi, arrivata alla settima generazione, porta avanti con orgoglio, passione e tenacia un progetto che non si sente mai arrivato, ma anzi è in continua espansione e si pone obiettivi ambiziosi.
Da 245 anni questa storia si spinge oltre i confini della semplice produzione di grappa e liquori, ma racchiude in tutte le sue storiche attività l’amore per il proprio territorio, la qualità, e un’eredità che va onorata sempre, soprattutto se pensiamo a come è nata la prima Distilleria d’Italia.
Era il 1779, quando Bortolo Nardini aprì i battenti della Distilleria, all’ingresso del Ponte Vecchio a Bassano del Grappa, dando il via ad una piccola rivoluzione. Fino ad allora, infatti, i distillatori si spostavano di maso in maso con un alambicco mobile per distillare “conto terzi” le vinacce, proprio come faceva Bortolo. Ma da quel momento non fu più il distillatore a recarsi dai contadini, ma il contrario.
Sotto il Ponte di Bassano, oggi noto anche come Ponte degli Alpini, di acqua ne è passata e oggi la Grappa Nardini viene prodotta in impianti moderni e all’avanguardia. Quello che però contraddistingue la sua produzione è sempre il fattore umano. Ogni processo della produzione, infatti, è seguito dal vigile occhio del Maestro Distillatore e di tutti coloro che ogni giorno contribuiscono alla creazione di prodotti straordinari.
La produzione

100 mila quintali di vinacce distillate all’anno, per oltre un milione di bottiglie prodotte. In Distilleria Nardini non abbiamo segreti, il nostro processo può essere spiegato con sole tre parole: attenzione, amore e costanza per rendere inconfondibile la nostra grappa. Dalla raccolta e conservazione delle vinacce, prime importantissime fasi, alla scelta degli alambicchi.
Da qui, da questa continua ricerca della qualità, nascono prodotti unici, come la grappa bianca, che ricordiamo essere stata la pioniera delle grappe e che oggi, insieme alla Grappa Riserva e agli altri prodotti di Distilleria Nardini, sale sui palcoscenici internazionali per raccogliere prestigiosi premi, frutti di un lavoro di squadra, che merita di essere riconosciuto ogni giorno.
Non solo grappa
La nostra esperienza nell’arte distillatoria non si traduce solo in grappa, ma anche in una vasta linea di liquori e specialità, tra cui spicca l’elegantissimo Acqua di Cedro, realizzato con le scorze del cedro, che si presta ad essere consumato sia liscio e ghiacciato nel dopo pasto, che in miscelazione, grazie al suo sapore delicato, mai invadente, eppure fortemente distintivo. Un prodotto che si sta imponendo sul mercato italiano ed estero. Ma non dimentichiamo il classico Mezzo e Mezzo, consumazione obbligatoria anche per chi si trova di passaggio o in visita alla Grapperia sul Ponte di Bassano, mentre ci si sposta per le stanze di un vero e proprio museo in cui rivivere le tappe che hanno caratterizzato la nascita e la crescita di questa azienda. E ancora il bitter e l’amaro.
Il futuro
Distilleria Nardini è da sempre rivolta verso il futuro, proprio come il suo fondatore Bortolo. L’obiettivo principale è il miglioramento costante della qualità dei nostri prodotti, perché il primo impegno da rispettare è quello verso il consumatore che pretende un’esperienza sempre più esclusiva e al passo coi tempi.
In questo contesto è importante pensare anche alla sostenibilità delle materie prime. Il riutilizzo delle vinacce, infatti, rappresenta un esempio virtuoso in ottica di rispetto ambientale ed economia circolare. Dopo la produzione della grappa, la loro buccia diventa farina per mangimi, mentre i vinaccioli possono essere trasformati in biomassa e quindi utilizzati come fonte di energia rinnovabile.
L’estero
È importante continuare ad esplorare ed espandere le nostre mire all’estero, dove Nardini è amata sia per le Grappe, che hanno una prerogativa più europea, che per i liquori che sono molto graditi invece in Canada e negli Stati Uniti. Se la grappa è un tesoro che in Italia ha radici antiche, all’estero sta guadagnando sempre più terreno, e qui è importante il lavoro che ogni giorno svolge il Consorzio Nazionale di Tutela Grappa, un organo regolatore, nato per promuovere e proteggere la grappa, nonché salvaguardarne la qualità, l’origine e l’identità, sia in Italia che all’estero, proteggendola quindi da imitazioni e contraffazioni. Sicuramente uno degli strumenti fondamentali di tutela è la creazione del marchio IG (indicazione Geografica), che garantisce la territorialità di un prodotto tanto pregiato e regola vari aspetti della produzione, come il tipo di vinacce utilizzabili, i metodi di distillazione e i controlli di qualità, che devono rispettare standard molto rigidi.