Una full immersion nel mondo della miscelazione tra nuove tendenze, contaminazioni e miscele originali in compagnia di Leonardo Pinto
Soprannominato “The Rum Searcher”, Leonardo Pinto è tra i maggiori esperti di rum in Europa e lavora in Italia e all’estero come consulente e trainer per il mercato del rum e dei distillati a tutti i livelli. Chi meglio di lui, quindi, per scoprire i trend del momento, l’approccio dei più giovani e il modo di comunicare (con) la mixology?
Cosa propone oggi la Mixology?
“Il mondo della miscelazione sta gradualmente orientandosi verso la sostenibilità e la semplicità: due termini che portano con sé una grande rivoluzione dal punto di vista di conoscenza merceologica. Oggi molti barman studiano i prodotti in commercio e il risultato è una consapevolezza maggiore e una altrettanto maggiore capacità di realizzare drink semplici ma di grande impatto”.
Giovani e cocktail: i distillati piacciono ancora?
“Nonostante la demonizzazione dell’alcool degli ultimi tempi, l’iter dei giovani è sempre lo stesso: all’inizio piacciono cocktail più semplici, morbidi o addirittura dolci, poi via via che il gusto personale viene coltivato e sviluppato ognuno si orienta verso una tipologia diversa di drink o di distillato. Quello che sicuramente rispetto al passato è cambiato è la consapevolezza di cosa si sta bevendo. Oggi i giovani si avvicinano al mondo dei distillati e dei cocktail in modo più critico e curioso. Questo è un fenomeno incredibilmente positivo, perché un approccio strutturato e informato, porta a limitare gli eccessi”.
Contaminazione: le miscele più interessanti quali sono?
“Oggi gli spazi sono ridotti e i tempi incredibilmente frenetici. Una cultura e la sua tradizione possono sbarcare in un filone di miscelazione dall’altro capo del mondo in pochissimo tempo. E tutto questo lo trovo incredibilmente affascinante. Così come la moda del mezcal seguita dalla cultura messicana e i rituali locali possono sbarcare in Italia, allo stesso modo la cultura, ad esempio, della grappa può fare lo stesso in qualsiasi Paese dall’altro capo del mondo. Il termine contaminazione, che fino a qualche anno fa sembrava innovativo, oggi è quasi diventato la normalità”.
Comunicare (con) la mixology: come stare al passo con i tempi?
“Ho le mie personali regole d’oro e la più importante in assoluto è non fossilizzarsi. Spesso gli “esperti” sviluppano una serie di basi imprescindibili nella loro carriera che, se in una prima fase di crescita danno un aiuto incredibile, a un certo punto diventano degli scogli. Quando si è nello stesso settore per tanto tempo si smette di mettersi in discussione. Ecco, è esattamente questo che chiunque voglia comunicare con il mondo della mixology deve smettere di fare”.
Di Marica Musumarra