Un prodotto tradizionale, spesso visto come un rimedio per chiudere il pasto favorendo la digestione. Ma la grappa non è questo!
Negli ultimi anni si sta restituendo dignità a una delle eccellenze del Made in Italy attraverso un lavoro che parte dalle distillerie e che sottolinea quanto la grappa sia complessa e moderna. Ne parliamo con Alessandro Marzadro.
Come è cambiata la percezione della grappa negli ultimi anni?
“Fortunatamente assistiamo a una crescita di consapevolezza: le persone stanno capendo le potenzialità della grappa e ciò che rappresenta. Chi visita una distilleria tende a riconoscere il valore di quello che sta bevendo. Per questo noi diamo molta importanza al turismo enogastronomico e ogni anno riceviamo circa 160.000 visitatori, offrendo diverse tipologie di visite adatte a vari tipi di pubblico. La grappa soffre di una conoscenza limitata, sebbene le persone pensino il contrario. Attraverso le visite alla distilleria, possiamo educare i consumatori e renderli consapevoli”.
Quanto è importante per voi il legame con il territorio?
“La trentinità è fondamentale: è essenziale preservarla, come si fa per il vino in altre zone. Creare un legame tra territorio e prodotto è possibile anche qui, dove ci sono distillerie solo nella provincia di Trento. La nostra regione offre qualcosa di unico dal punto di vista del turismo enogastronomico: non c’è nessun territorio che possa dare modo di visitare così tante aziende in una sola area”.
Come vede il futuro del settore?
“Stiamo imparando a lavorare in modo coeso e ciò ci permette di affrontare sfide importanti. A livello nazionale, siamo in fase di riconoscimento del Consorzio della grappa, il che consentirà di muoverci in modo compatto per farci riconoscere e permetterci di affrontare le sfide con maggiore forza e visibilità”.