I dati migliori si hanno dall’esportazione di Grappa, apprezzata soprattutto in Germania e Stati Uniti
Trasparenza, sicurezza per la salute, totale ed infinita riciclabilità. Non è difficile comprendere le ragioni del successo del vetro per tutto il comparto alimentare. Per le sue caratteristiche di sostenibilità, tra l’altro, è l’unico materiale da imballaggio ad aver registrato in Europa, negli ultimi tre anni, una crescita media dell’8%.
Il settore del vetro cavo (quello appunto di bottiglie, bicchieri e calici) ha però registrato un 2022 in bilico, condizionato dalla situazione geopolitica mondiale, caro energia, inflazione, coda lunga della pandemia e prezzo del rottame di vetro.
La produzione di bottiglie nel 2022 è però aumentata di circa l’1,8%. Le importazioni hanno registrato un incremento dell’11,3% e le esportazioni una flessione del 4,4% (dati Assovetro). La produzione in positivo guarda al successo dei prodotti del made in Italy. L’export di grappa, distillato simbolo di italianità, ha rilevato 60 milioni di euro contro i 51,5 del 2021, vendendo molto bene in Germania, che si attesta il 59% delle esportazioni, e in Usa (+31% di export in volume), dove da cinque anni è in corso una campagna di promozione della grappa Ig e dove il settore degli spirits è in crescita da tredici bilanci consecutivi, con un fatturato complessivo che ha superato per la prima volta in assoluto quello della birra. Bene anche amaro e vermouth, grazie al recupero di vecchie ricette e una produzione ripresa da piccole cantine e distillerie.
Ma adesso c’è un’altra lotta da combattere: quella delle misure preannunciate dall’Unione Europea per regolamentare l’utilizzo di bevande spiritose, una su tutte l’etichetta sanitaria. Se il 2023 è stato fino adesso un anno di assestamento, il 2024 dietro le porte si preannuncia, quantomeno, con probabile tensione sull’argomento.
Il vetro è l’unico materiale da imballaggio ad aver registrato in Europa, negli ultimi tre anni, una crescita media dell’8%