Davide Terziotti di WhiskyClub: “Il tipo di botte scelto influisce su l’aroma finale del distillato”
La tipologia di botte utilizzata per l’invecchiamento di un distillato influisce sulle caratteristiche del prodotto che andremo poi a bere. Ci sono tanti tipi di botte che possono essere usate. Insieme a Davide Terziotti di WhiskyClub Italia, abbiamo cercato di districarsi in questo complesso settore. “Se parliamo di botti in legno, la parte del leone la fa la quercia, nelle sue tantissime tipologie, perché è facile da lavorare per i produttori, ha una buona tenuta ed è molto aromatica” sottolinea Terziotti.
Salvo alcuni casi, come il whiskey scozzese o il bourbon negli Stati Uniti, i disciplinari lasciano libertà riguardo il tipo di botte da utilizzare: “In linea di massima c’è libertà nella scelta della botte – prosegue Terziotti – . La quercia è la tipologia più usata ma ci sono tantissime varianti. Semplificando possiamo dividere in quercia americana, quella bianca, che dà un aroma più dolce, mentre la quercia europea, molto usata per il vino, è un legno più morbido che dà un aroma più intenso, è più ricca di tannino e di note speziate”.
Sul mercato, quindi, sono presenti tantissimi tipi di botti, sia nuove, sia usate. “Il mercato è davvero molto vasto e si può trovare di tutto – prosegue Terziotti – . Le botti nuove sono molto care, anche per via delle scarsità della materia prima, ma nello stesso tempo garantiscono una maturazione veloce, perché il legno è molto attivo. Per questo ultimamente si tende ad utilizzare botti rigenerate. Sono botti già utilizzate che vengono trattate e pulite in modo che il legno si riattivi”.
La scelta della botte potrebbe sembrare banale ma non lo è: il tipo di legno utilizzato e, nel caso di botti usate o rigenerate, il liquido contenuto in precedenza influiscono sull’aroma finale che il distillato avrà.
Ultimamente si tende ad utilizzare botti rigenerate. Sono botti già utilizzate che vengono trattate e pulite in modo che il legno si riattivi
Davide Terziotti