Dall’automazione di parte del processo, attraverso il supporto dell’analisi sensoriale fino alla sviluppo di prodotti personalizzati sui gusti dei clienti
Il connubio tra intelligenza artificiale e mondo della distillazione è sempre più stretto, con un numero crescente di applicazioni come nel caso del whisky. È storia recente infatti la nascita del primo whisky realizzato unicamente tramite IA. Si tratta della distilleria svedese Mackmyra, e ha collaborato con Microsoft e Fourkind. Il whisky, chiamato Intelligens, è stato creato utilizzando un modello di machine learning che ha analizzato dati sulle ricette di whisky esistenti e sulle preferenze dei consumatori: il modello ha generato oltre 70 milioni di possibili ricette, di cui una è stata selezionata per la produzione.
Tra le possibili applicazioni, l’intelligenza artificiale può essere usata per automatizzare alcune delle attività del processo, come la misurazione dei parametri di distillazione o la selezione dei botti di invecchiamento, e può aiutare a migliorare l’efficienza e la qualità del prodotto. Allo stesso tempo ci si può affidare all’IA per esplorare nuove combinazioni di ingredienti e tecniche di distillazione, arrivando a e può aiutare a sviluppare nuovi prodotti di whisky con sapori e aromi unici. In relazioni all’analisi sensoriale, processo per nulla facile quando si parla di whisky che richiede competenze ed esperienza, l’impiego dell’intelligenza artificiale può semplificare il processo, con la misurazione dei parametri sensoriali, l’identificazione degli aromi e l’analisi delle preferenze dei consumatori.
Su questo versante l’intelligenza artificiale può essere integrata nel processo di marketing, usando i dati sui gusti degli appassionati per sviluppare whisky personalizzati o per creare bottiglie del tutto uniche. Infatti grazie all’innovazione dell’IA l’etichettatrice si fa proattiva, non più solo una esecutrice passiva delle azioni degli operatori ma parte attiva dell’intero processo di ideazione e miglioramento dell’etichettatura.