Michelangelo Zigiotti: “La tecnologia consente di realizzare tappi sempre più performanti che contribuiscono ad avere distillati di qualità”
Tecnologia e sostenibilità sono sempre più al centro dell’attenzione anche nell’industria dei tappi per distillati. Ne abbiamo parlato con l’enologo di Hobby Cantina Michelangelo Zigiotti.
In che modo i tappi sintetici stanno cambiando il mercato rispetto ai tappi naturali, soprattutto in termini di conservazione del prodotto?
“In vari modi, specialmente in termini di conservazione e praticità. Rispetto ai tappi in sughero offrono una maggiore uniformità nella produzione, garantendo una chiusura più ermetica, limitando l’ossidazione e l’evaporazione, mantenendo la freschezza del prodotto più a lungo e riducendo il rischio di contaminazioni e difetti che possano influenzare la qualità del distillato. Molte aziende optano per opzioni più sostenibili, come tappi prodotti a partire dagli scarti di produzione”.
Quali sono le tendenze emergenti nella tecnologia dei tappi per migliorare la conservazione degli aromi nei distillati a lungo termine?
“L’industria dei tappi ha raggiunto un eccellente livello tecnologico riguardo la conservazione e la stabilità del distillato nel tempo. Grazie ad innovativi sistemi di controllo dell’ossigeno, attraverso diverse porosità è possibile aumentarne o diminuirne l’apporto all’interno del distillato, ottenendo l’affinamento desiderato. Lo sviluppo di tappi con proprietà antibatteriche e di tappi intelligenti, provvisti di sensori che monitorano costantemente le condizioni del distillato, garantiscono una conservazione ottimale anche in caso di lunghi affinamenti, preservando così la freschezza e gli aromi del prodotto”.
Come si stanno evolvendo i materiali dei tappi per rispondere alle esigenze di sostenibilità senza compromettere la qualità del distillato?
“La sostenibilità e le proprietà tecnologiche stanno compiendo passi da gigante nell’industria dei tappi. Si stanno sviluppando chiusure realizzate con materiali naturali, come l’acido polilattico e altre bioplastiche, che possono biodegradarsi nel tempo senza inquinare. Per quanto riguarda il sughero naturale, molta attenzione viene posta sulle modalità di produzione, come il reimpianto della quercia da sughero, e di lavorazione della materia prima, riducendo quanto più possibile l’impatto ambientale e migliorandone le proprietà tecnologiche”.
Di Annarita Cacciamani