Le sfide che i brand devono affrontare sono molteplici, e devono tenere conto del design ma anche guardare a sostenibilità e innovazione
Qualità, sobrietà ed eleganza. Sono questi i tre aspetti fondamentali cui guardare per il design delle bottiglie per distillati nel prossimo futuro. “Penso sia fondamentale concentrarsi sulla storia del brand e poi trasferirla sul prodotto, pulendo il design e utilizzando un linguaggio sempre più depurato e meno arrogante, rispettoso del brand – suggerisce il designer Luca Trazzi – a volte si lavora con forme incredibili che però sono ingestibili: il design invece deve essere efficace ed efficiente”. “Con il vetro si lavora sugli spessori e si fanno continue ricerche – continua Trazzi – perché sia sempre più trasparente ed ecologico”. “Il nostro lavoro è per definizione eticamente sostenibile – prosegue il designer Giulio Iacchetti – noi pensiamo sempre alla lunga vita del prodotto, con design che sfiorano la dimensione del classico: è una regola etica”.
“Quando parliamo di bottiglie di vetro, dobbiamo poi pensare anche ai numeri di tiratura – continua Iacchetti – per capire se è possibile pensare ad un disegno personalizzato o se è meglio optare per una scelta da catalogo. Il problema si ha infatti in fase di imbottigliamento automatico, perché è necessario avere un certo tipo di appoggio sotto e sui lati della bottiglia: i nastri viaggiano veloci e le bottiglie rischierebbero di spiccare il volo dalla macchina. Tutti aspetti a cui non si pensa immediatamente, ma che è necessario tenere presenti”. “Ho disegnato bottiglie per olio extra vergine di oliva in terracotta smaltata – conclude Iacchetti – che potrebbero essere una valida alternativa per altri liquidi, come i distillati, in virtù delle grandi garanzie alimentari: preservano molto bene dalla luce e dal calore”.
Di Alessia Manoli