Dalle tecniche di produzione alle nuove tendenze degli ultimi anni, come il Marsala fa ancora parlare di sé
“Prima che un vino, il Marsala è un savoir-faire affascinante”
Benedetto Renda
Primo vino italiano ad avere avuto risonanza mondiale e prima Doc del paese, tutelata da una legge dello Stato, ancor prima che da un disciplinare: parliamo del Marsala, definito “prima che un vino, un savoir-faire affascinante” dal Presidente del Consorzio, Benedetto Renda.
Qual è il processo produttivo del Marsala?
“Attraverso la fermentazione si ottengono i vini e/o i mosti base che, con l’aggiunta di alcol e/o acquavite di vino, consentono di ottenere diversi livelli di grado zuccherino. L’affinamento si compone di una fase ossidativa e una di invecchiamento, possibile anche tramite metodo Soleras, travaso progressivo delle annate attraverso un sistema di botti sovrapposte. Le operazioni determinanti nella preparazione di un Marsala sono: la concia, il colore ed il tempo di invecchiamento. Il Vergine viene prodotto senza utilizzo di concia, Superiore e Fine possono essere invece conciati. Da qui la determinazione del colore che può essere oro, ambra o rubino.
Infine il tempo: un vino che deve affinare in legno da un minimo di un anno a non meno di dieci anni è un vino infinito, la cui versione Grande Riserva matura anche per decenni”.
Quali sono le tendenze di consumo di questi ultimi anni?
“Il consumo è stato stabile negli ultimi anni. Riteniamo che il Marsala possa parlare a chi è interessato al vino come espressione del territorio. Un secondo trend è quello connesso alla mixology con la creazione di cocktail con il Marsala, promuovendo un consumo che attragga i giovani”.
Cosa porterà di nuovo il 2023?
“Il Consorzio ha istituito una commissione tecnica che svolgerà un importante lavoro di semplificazione del disciplinare di produzione, insieme al maggiore impegno nel racconto del territorio. Una cura e un’attenzione che non andrà mai in calo, che porterà il Marsala ancora più in alto”.